Ottone III di Sassonia
Ultimo aggiornamento: 11 febbraio 2025, 12:18
Una figura molto carismatica, conosciuta come Mirabilia Mundi, lega il suo destino al territorio di Faleria.
Stiamo parlando di Ottone III, nato nel 980 a Kessel, figlio di Ottone II e Teofano e nipote di Ottone I di Sassonia.
Nella vita di questo giovane non mancano episodi veramente drammatici.
Dopo la morte del padre avvenuta quando Ottone III aveva tre anni, il piccolo fu tenuto in ostaggio da un membro collaterale della famiglia con lo scopo di impadronirsi del regno. Fortunatamente, venne liberato e riconsegnato alla madre Teofano e alla nonna Adelaide di Borgogna.
All’età di 14 anni potè governare in autonomia, gestendo le problematiche del suo regno.
E’ a Ottone III che si deve la nomina di Papa Silvestro II che con lui inseguì l’ideale della Renovatio Imperii Romanorum allo scopo di riportare in auge il mito dell’impero romano.
Ottone III amava l’Italia e Roma, ma qui si scontrò più volte con l’ira delle famiglie romane, in particolare quella dei Crescenzi che più volte si ribellarono all’imperatore.
Un esponente della famiglia dei Crescenzi, Crescenzio, fu molto attivo nel contrastare il potere di Ottone III, ma dopo una serie di scontri, il nobile romano morì per mano delle forze dell’imperatore.
Dato il clima ostile dovuto anche alla rivolta di altre città, come Tivoli, il giovane imperatore decise di attendere forze amiche ritirandosi a Castel Paterno, un fortilizio situato in una località conosciuta anticamente come Stabia, ora denominata Faleria, vicino Roma.
Qui, lo spirito fiaccato da febbri malariche, portarono alla morte il giovane imperatore all’età di 22 anni.
Era il 23 Gennaio del 1002 quando il giovane che aveva sognato la Renovatio Imperii Romanorum moriva a due passi dalla città che aveva amato, senza poter conoscere la futura sposa che nello stesso anno sbarcava in Puglia, la principessa Zoe appartenente alla famiglia di Basilio II di Costantinopoli.
Sulla morte di Ottone III aleggia ancora la leggenda che ad ucciderlo fosse stata Stefania, moglie di Crescenzio, che una volta morto il marito e divenuta concubina dell’imperatore, gli avesse somministrato un veleno.
Ma questa è solo una leggenda.
Dopo la morte, un lungo corteo di soldati da Castel Paterno portò la salma di Ottone III ad Aquisgrana.
Testo Marzia Curti